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Ciao a tutti gli Eclissiani! Come ben sapete, si stà avvicinando il referendum del 12 e 13 Giugno e purtroppo rileviamo che c’è tantissima disinformazione in merito all’energia Nucleare. Per questo motivo Eclisseforum.it ci ha voluto vedere chiaro… cosa abbiamo fatto? Ci siamo rivolti a un’esperto il Dott. Giovanni Battista Appetecchi. Il Dott. Appetecchi è chimico industriale e ricercatore Enea, al suo attivo ha molte publicazioni nel campo dei nanomateriali,dei nanocompositi e nell’elettrochimica. Attualmente è membro effettivo dell’American nanosociety. Noi di Eclisseforum.it gli abbiamo posto alcune domande:
1) Si sente parlare spesso che le centrali di ultima generazione sono esuli da rischi come Fukushima o Chernobyl. Effettivamente, quindi, una centrale nucleare di ultimo livello è davvero da ritenersi sicura?
Risposta: Nessuna centrale termonucleare può ritenersi veramente sicura o esente da rischi e/o incidenti che possono accadere per errore umano (Chernobyl) o cause naturali (Fukushima). Le cosiddette centrali di ultima (3a) generazione (EPR, European Pressured Reactor) (ma ne esisterebbero anche di 4a generazione) presentano, almeno in teoria, livelli di sicurezza più elevati ma sono di tipo attivo (aumento dei controlli) e non di tipo passivo, ovvero basati, ad es., su uno “spegnimento” spontaneo del processo nucleare. Inoltre le centrali di 3a generazione esistono solo sulla carta, nel senso che sono ancora in fase di costruzione (tre in tutto il mondo) e saranno, comunque, dei prototipi. Come possiamo dire, oggi, se siano effettivamente più sicure rispetto a quelle odierne? Una valutazione potrà essere fatta soltanto tra 15-20 anni.
2) La cattiva reputazione delle centrali nucleari in termini di incidenti sono secondo Lei da attribuire alla criticità del sistema “centrale nucleare” oppure sono prevalentemente da attribuirsi agli organi di controllo e manutenzione che sono costantemente regolati da leggi economiche più che di “esame e controllo”?
Risposta: Una centrale nucleare, è doveroso dirlo, ha probabilità di incidente molto basse, sicuramente non superiori rispetto altri tipi di centrale. Le cause possono essere di vario tipo tra cui quelle da lei citati. Il problema risiede nel fatto che le conseguenze potrebbero essere catastrofiche e durare per anni , anche se a dire il vero, il numero di morti dovuto a centrali nucleari (incidente o inquinamento) è stato, finora, nettamente inferiore rispetto quello causato da altri tipi di centrali (ad es. il carbone che risulta molto più inquinante) soprattutto inferiore rispetto le morti dovute ad incidenti stradali (ma nessuno si sogna di abolire le automobili …). Il vero pericolo é lo stoccaggio delle scorie (prodotte dalle centrali) che rimangono radioattive per periodi da centinaia a decine o centinaia di migliaia di anni. Nessuno ha finora in individuato siti “sicuri” o metodologie per rendere inoffensivi materiali (prodotti in notevoli quantità) per i prossini 10.000 o 100.000 anni. Che succederà in un futuro così lontano? È un problema insoluto che lasceremmo alle future generazioni (se esisteranno).
3) Il disastro di Fukushima ha evidenziato come l’uomo non sia assolutamente in grado di gestire emergenze alle centrali nucleari. In seguito alla scelta da parte della Germania sullo smaltimento delle centrali nucleari, ritiene che si continuerà comunque ad effettuare una ricerca in merito alla gestione delle situazioni critiche e quindi allo sviluppo di tale tecnologia? Per quale motivo?
Risposta: C’è da credere alla scelta da parte della Germania di chiudere le centrali termonucleari entro il 2050, oggi anticipata al 2025. La Germania è il primo produttore al mondo di energia elettrica mediante pannelli fotovoltaici e sta investendo risorse enormi (incluse le industrie) per lo sviluppo di sistemi di accumulo elettrici (in particolare batterie al litio) per autotrazione ed accumulo energia da fonti rinnovabili (solare, eolico). Il nucleare residuo attualmente in Germania (anche lì alle prese con grossi problemi relativi allo stoccaggio delle scorie radioattive) servirà come ponte per consentire il passaggio verso le fonti rinnovabili, fornendo al contempo alle industrie energia elettrica ad elevata potenza.
4) Come ormai si sa, la centrale nucleare tra costi di costruzione, mantenimento e gestione, restituisce un bilancio attivo patrimoniale ed energetico solo dopo molti anni dalla sua messa in funzione.
Per quale motivo, secondo lei, si continua quindi a migliorare questo progetto che risulterebbe fallimentare in prima analisi?
Risposta: La costruzione di impianti nucleari è sicuramente dettata dalla necessità di disporre di energia elettrica ad elevata potenza (specie per le industrie). Tuttavia ne hanno grossa convenienza le lobbies che detengono il monopolio dei combustibili nucleari (uranio, plutonio) ovvero le compagnie o multinazionali che estraggono e vendono il combustibile nucleare. Per costoro la costruzioni di nuove centrali risulta essere estremamente redditizia.
5) La forte disinformazione che c’è in termini di energia nucleare, secondo lei contribuisce a creare opinioni positive o negative riguardo l’accettazione di nuovi programmi nucleari? C’è più tendenza a disinformare quando si leggono articoli positivi sul nucleare oppure quando si leggono quelli negativi?
Risposta: L’informazione (o disinformazione) su argomenti specifici quali l’energia nucleare è sicuramente un aspetto delicato. Ovviamente, chi sostiene (per svariati motivi) tale scelta energetica tenderà a presentarne solo gli eventuali aspetti positivi (magari camuffandoli) ed a sottacere, al contempo, quelli negativi. Nessuno sostiene, per esempio, che i combustibili nucleari si esauriranno entro 50-70 anni (dunque prima rispetto petrolio, gas e carbone) e che pertanto non rappresentano assolutamente la soluzione al problema energetico per il futuro. Nessuno afferma che non esistono siti sicuri per lo stoccaggio delle scorie radioattive che nessuno sa come risolvere in maniera definitiva. Nessuno dice che il 60% dell’acqua disponibile in Franca serve per il raffreddamento delle centrali nucleari.
Però, anche articoli negativi possono avere un effetto disinformativo o, comunque generare confusione o fornire argomentazioni non difendibili. Faccio un esempio: puntare l’accento sulle morti dovute ad incidenti o contaminazioni nucleari è un’argomentazione che regge sino ad un certo punto. Si potrebbe rispondere: le morti dovute all’inquinamento chimico e batteriologico dell’ambiente sono molto più numerose, così come sono molto più numerose quelle dovute ad incidenti (ma nessuno si sogna di bandire un referendum contro le automobili …). Allo stesso modo, far vedere bambini malati (vedi ultima puntata di “Anno zero”) colpisce certamente la nostra emotività, ma è un’immagine che potremo associare a un qualunque avvenimento catastrofico (terremoto, guerra, epidemia) e non, necessariamente, ad un incidente nucleare.
Credo che la cosa migliore sia avere onestà intellettuale verso il prossimo ed il desiderio di portare alla luce i veri aspetti del problema (e non solo riguardo all’energia nucleare …).
6) Se è risaputo che le centrali non forniscono un bilancio energetico ed economico attivo, la costruzione di nuove centrali nucleari, al giorno d’oggi, nasconde una corsa agli armamenti nucleari oppure si tratta di una scelta economica “obbligata” da eventuali poteri extra-statali? (ad esempio banche, favoritismi tra politici e società etc., etc.) O meglio, cosa davvero spinge uno Stato ad appoggiare la costruzione di energie nucleari?
Risposta: Il nucleare “civile” è strettamente connesso a quello militare che ne sostiene e ne giustifica gli elevatissimi costi (che nessun privato hai mai supportato, dati anche gli elevati tempi di ammortamento dei capitali investiti). Lo dimostra lo sviluppo del nucleare in paesi come USA, Francia, Russia, Cina, India, Iran e Corea del Nord che dispongono (o stanno approntando) arsenali atomici. Ci sono poi (come già replicato a un precedente ascoltatore) le compagnie o multinazionali (lobbies) che detengono il monopolio dei combustibili nucleari (uranio, plutonio), ovvero che estraggono e vendono il combustibile nucleare, e che, ovviamente, hanno un fortissimo interesse nella costruzioni di nuove centrali.
7) Esiste una tecnologia energetica che abbia un bilancio attivo tra produzione e costi?
Risposta: Una qualunque tecnologia energetica richiede degli investimenti iniziali più o meno elevati. Nel caso dell’energia nucleare i costi sono molto onerosi considerando tutte le varie fasi necessarie per la vita di una centrale (estrazione, purificazione, arricchimento, trasporto del combustibile nucleare + costruzione centrale + smantellamento centrale + stoccaggio scorie radioattive) con tempi di ammortamento del capitale investito molto lunghi. Certamente le energie rinnovabili (solare, eolico) richiedono investimenti meno elevati ed hanno minori tempi di ammortamento (che favorisce il prestito da parte delle banche). Comunque, quando si valuta una tecnologia energetica bisogna considerare un insieme di fattori (oltre ovviamente la competitività economica) quali: 1) disponibilità del combustibile (l’Italia dovrebbe importare il 100% dell’uranio e plutonio di cui avrebbe bisogno per cui non verrebbe affatto risolto il problema della dipendenza energetica. Al contrario, il nostro paese è ricco di energia solare); 2) abbondanza combustibile (uranio e plutonio sono meno abbondanti dei combustibili fossili, al massimo possono durare per 50 – 70 anni, per cui non possono costituire la fonte energetica del futuro. Le rinnovabili si pongono invece come l’energia del futuro); 3) strategicità del combustibile (uranio e plutonio sono concentrati in un numero ristretto di paesi e, pertanto, verrebbe riproposto, ed in misura ancora maggiore che per il petrolio, il problema della “colonizzazione energetica”. Al contrario, le rinnovabili sono “distribuite” ovunque); 4) sicurezza (il nucleare ha probabilità di incidente piuttosto basse ma con conseguenze molto gravi. Inoltre rimane il colossale problema delle scorie radioattive che nessuno sa dove collocare). È chiaro che dalla valutazione di tutti questi parametri emerge un quadro deficitario e negativo per il nucleare.
8. Quale tipo di energia alternativa e pulita secondo Lei sarebbe davvero pronta a sostituire il nucleare?
Risposta: A tuttora non esiste alcuna fonte energetica in grado di sostituire immediatamente i combustibili fossili (petrolio, gas e carbone) da cui si ricava la maggior parte dell’energia mondiale. Il nucleare è, da un punto della tempistica, l’alternativa più pronta ma, come detto in precedenza, potrebbe coprire solo un arco di tempo molto limitato (50 – 70 anni); pertanto, non rappresenta la risposta al problema energetico del pianeta e, dall’altro lato, aprirebbe enormi problematiche legate alla sicurezza e allo stoccaggio delle scorie radioattive. Le fonti del futuro sono le biomasse (cereali ottenuti da coltivazioni) da cui il Brasile ricava praticamente tuto il combustibile per auto (etanolo da fermentazione dei cereali) e, soprattutto, le rinnovabili (solare, eolico). Quest’ultime, che potrebbero veramente soddisfare il fabbisogno energetico per migliaia di anni, sono però (essendo aleatorie e saltuarie) legate allo sviluppo di sistemi in grado di accumulare grosse quantità di energia. È su questi ultimi (rinnovabili e sistemi di accumulo) che bisogna concentrare ricerca e sforzi economici (già in corso in diversi paesi, particolarmente in Germania) per arrivare a soppiantare definitivamente i combustibili fossili (in via di esaurimento) prima della fine di questo secolo. Allo stesso modo vale la pena investigare altre fonti energetiche come la fusione nucleare (assolutamente pulita ed innocua) che potrebbe fornire energia illimitata. Gli studi sulla fusione nucleare “fredda” (condotta a temperatura ambiente anziché 80-100 milioni di gradi) sono molto più avanti di quello che si pensa comunemente.
9) In breve cosa è un atomo?
Risposta: L’atomo può essere definito come la particella unitaria che compone la materia. Gli atomi si aggregano per formare le molecole che a loro volta formano sia la materia inorganica (rocce, terreno, acqua ecc.,) che quella organica (piante, animali, uomo). Quindi possiamo dire che tutto ciò che esiste sulla terra (vivente che non) è composto da atomi. L’atomo può essere rappresentato come un microscopico sistema planetario (vedi figura). Al centro vi sono i protoni (che possiamo immaginare come palline sferiche aventi carica positiva) ed i neutroni (che possiamo immaginare come palline sferiche aventi carica neutra). Protoni e neutroni sono raggruppati insieme e costituiscono il nucleo dell’atomo. Attorno al nucleo ruotano particelle (anche esse immaginate come palline sferiche) aventi carica negativa dette elettroni (che pesano 1000 volte meno di protoni e neutroni). A seconda del numero di protoni (e neutroni) ed elettroni si ha un diverso tipo di atomo (idrogeno, ossigeno, ferro, azoto, ecc., ). Non tutti sanno che l’atomo ha una struttura totalmente vuota: oltre il 99.99% della massa di ciascun atomo è concentrata nel suo nucleo e, pertanto, solo una parte quasi infinitesima sta negli elettroni che, però, rispetto alle loro dimensioni stanno a grandissima distanza dal nucleo. Questo vuol dire che la materia (compresa quella di cui noi siamo fatti) è dunque quasi completamente vuota. In breve, se in un essere umano potessimo togliere tutti gli spazi vuoti presenti nei nostri atomi (e mettere dunque protoni, neutroni ed elettroni a contatto) il suo volume sarebbe quello di un batterio (dunque assolutamente invisibile ad occhio nudo) ma il suo peso rimarrebbe inalterato.
10) Nucleare Si o No? Una breve motivazione?
Risposta: Il punto più debole dell’energia nucleare è che essa (al di là degli enormi problemi di sicurezza legati alla gestione di un impianto termonucleare ed allo stoccaggio delle scorie radioattive, problemi che sono a tuttora irrisolti) è la relativa scarsa abbondanza dei combustibili. L’uranio ed il plutonio sono meno abbondanti dei combustibili fossili (al massimo possono durare per 50 – 70 anni anziché 100 del petrolio, gas naturale e carbone) e non basterebbero ad alimentare l’intero pianeta. Pertanto, tra alcuni decenni, verrebbe nuovamente riproposto il problema del fabbisogno energetico da affrontare con nuove fonti (tanto vale farlo da subito). L’altro aspetto importante è che l’energia nucleare risulta economicamente poco concorrenziale rispetto altre fonti energetiche, il che si traduce in un maggiore costo del’energia stessa. Certamente, il problema della sicurezza colpisce maggiormente l’aspetto emotivo della popolazione, ma spesso l’emotività non é una buona consigliera, specie per determinate scelte che invece necessitano di essere attentamente ponderate.
EclisseForum.it Ringrazia di cuore il Dottr Appetecchi per averci chiarito le idee, per la sua gentilezza e disponibilità su un argomento cosi complesso e dibattuto nel nostro paese, con la speranza di aver fatto un po piu di chiarezza su questo argomento gli amministratori di EclisseForum.it si augurano per il referendum del 12 e 13 giugno il raggiungimento del quorum che veda vincente il SI.
Duellum71 & Creedence
Il Dottor Giovanni Battista Appetecchi per EclisseForum.it
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Ringrazia pubblicamente il Prof. Giovanni Battista Appetecchi
per questo bellissimo pezzo di ConoScienza Condivisa
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